Non rilasciare interviste, non partecipare alle sfilate, non comparire in foto, né mostrarsi in pubblico agli eventi più in vista: tutto questo sembra essere in evidente contrasto con la di vita di uno stilista di moda. Raccontare la storia di una persona avvolta in un mistero quasi romantico è come assemblare un puzzle tessera dopo tessera, frammento dopo frammento, parola dopo parola. A cominciare dal suo nome che è Martin Margiela, fondatore del Brand Maison Margiela ,che da tempo è l’uomo invisibile del mondo dell’alta moda.

foto di martin margiela lo stilista invisibile

La storia di Martin Margiela

Ci sono pochi fatti accertati sulla sua vita: si sa che è nato il 9 aprile 1957 nel Belgio Orientale, precisamente a Genk, piccolo centro industriale. Nel 1979 si diploma alla Royal Academy of Fine Arts e si trasferisce subito a Milano, dove lavora come freelance fino al 1984, quando si reca a Parigi per lavorare come assistente di Jean Paul Gauthier che disse questo di lui:”Io già sapevo che era bravo, ma non capivo a cosa mirasse”. E’ proprio nel periodo della collaborazione con il maestro Gauthier che il giovane designer intuisce quanto sia gravosa la fama: costantemente sotto l’occhio dei riflettori e degli obiettivi dei paparazzi che non ti lasciano mai in pace.

image2

Nel 1982 accade una cosa che segna profondamente la sua vita: l’incontro con Jenny Meirens, sua partner e amica. Jenny è la proprietaria di una boutique di moda a Bruxelles, nota anche per il supporto dato ai giovani stilisti. Ed è lei a organizzare una conferenza stampa nella sua boutique per Rey Kawakubo and Comme des Garcons che lo stesso Margiela era solito frequentare. Questo incontro diventa un punto di svolta nella vita di Martin. Jenny dichiara che il suo lavoro è unico e nel 1988 insieme creano il brand Maison Martin Margiela (MMM).

Le tappe cruciali di Maison Margiela

La spettacolare sfilata della collezione primavera-estate del 1989 chiarisce a tutti che Margiela non è un appassionato cultore del conformismo. I Tessuti totalmente trasparenti con un motivo simile a un tatuaggio, gli abiti-grembiule abbinati a giacche da sera, i bordi grezzi e i fili pendenti: tutto questo sperimentalismo provoca la reazione dei critici che definiscono lo stilista come un distruttore dei vestiti.

image1

Il brand intanto continua a crescere e apre una sede nel centro di Parigi, la capitale della moda. Per l’eccentrico stilista ogni occasione è buona per stupire. E infatti le sfilate si svolgono nelle strade, nelle stazioni della metropolitana e addirittura nei campi e all’ingresso delle abitazioni. Gli inviti vengono inviati su telegrammi, pezzi di carta con numeri di telefono, sulle cartine di Parigi e persino sulle tazze di caffè monouso. Alla sfilata del ’94 si mostra in pubblico per l’ultima volta. Nonostante i visual shockanti e la stravaganza, Martin non hai mai perso il contatto con la realtà circostante. Una volta disse anche che “La moda è un mestiere, non un’arte”. Intanto nel 1997, a sorpresa, diventa il direttore creativo di Hermés.

La filosofia della Maison Margiela

La filosofia del brand Maison Margiela sta diventando un brand a tutti gli effetti. Evita l’attenzione per un chiaro motivo, ma pone l’accento su due concetti chiave: il primo è che i progetti devono parlare da soli. Il secondo è che tutte le creazioni sono il risultato di un lavoro d’equipe e non di una singola persona. Pertanto dire noi è molto più onesto e giusto. Infatti non nominano mai lo stilista sulla stampa, ma preferiscono riferirsi a lui con i termini di Guru Invisibile o Fantasma, lasciando anche intendere che sia una donna.

E lo stesso Margiela continua a sfidare le convenzioni della moda, rifiutando le regole e creandone di nuove. Il suo must è shockare il pubblico non solo con le due forme uniche, ma anche con i materiali che spaziano dalle cinture di sicurezza alle palle da tennis, dal ghiaccio colorato che si scioglie sugli abiti alle piume.